Di figure di merda non si muore

La meraviglia funziona!
Sono qui a dimostrarlo, portando testimonianza diretta di quel che è successo domenica scorsa e di cui sono molto gorgogliona 🙂
Per chi si fosse perso le puntate precedenti, domenica, io e Lalla, abbiamo tenuto il nostro primo workshop di hand lettering presso i Giardini Galbiati a Milano, all’interno del loro mercatino.

Se me lo aveste detto l’anno scorso (che avrei fatto un corso) vi avrei liquidato con un bel “Ma scordatelo!!!”
Dentro di me, ve lo devo confessare, ho avuto sempre il pallino di provare a trasmettere le mie conoscenze ad altri. Non tanto per “vantarmi” di quanto sapevo (o penso di sapere) quanto per cercare di risparmiare agli altri gli sbagli e i problemi che io stessa ho affrontato nel processo di apprendimento. Ma l’idea mi appariva alquanto terrificante.
Già un’associazione, qualche anno fa, mi aveva invitato a fare un corso di calligrafia e la proposta mi aveva davvero tentato. Ma poi a pensarci bene…. io? Ovvio che no. Non ero abbastanza brava, non ne sapevo abbastanza… e poi con il mio carattere schivo e timido il pensiero di tenere un corso o di parlare davanti a della gente era agghiacciante.Cosa è cambiato quindi? , ci si è messa la meraviglia.
Ricordo perfettamente, una volta che noi quattro stavamo chiacchierando insieme parlando proprio della Meraviglia, Irene che diceva: “Io mi sono stufata di stare a guardare gli altri che fanno cose meravigliose e io sono qui a piangermi addosso perché non sarò mai brava come loro. E sti cazzi! Io adesso faccio.” e poi schiaffa tutte quante. Se avessi dovuto aspettare di essere pronta e perfetta quanto richiedeva il mio standard, probabilmente avrei aspettato in eterno. Valeva la pena di provare e vedere come sarebbe andata. In fondo, come ha detto giustamente Fran: di figure di merda non si può morire. E quello era davvero il peggio che potesse accadere.Ebbene il corso di Domenica si è svolto e che come è andata? 
Sono ovviamente sopravvissuta.
E sorprendentemente anche l’avvicinarsi al fatidico evento non è stato poi particolarmente traumatico.
Stranamente non c’è stata nessuna notte insonne,  lampo di orrore sull’inevitabile catastrofe in arrivo.
Ho preparato tutto per tempo e con l’aiuto di mia sorella (segretaria e assistente perfettamente sincronizzata), il supporto della mia famiglia e di tante amichette (fondamentali per darmi fiducia sono stati la prova pre-corso a cui si sono sottoposte, i loro feedback e le loro opinioni) e ho riportato a casa la pellaccia. E vi devo dire… anche con molta soddisfazione.

Molto del merito va alle ragazze che hanno partecipato a queste due ore e che sono state fantastiche
Mi hanno fatta sentire a mio agio praticamente da subito, confessandomi che erano agitate anche loro :D, e mi hanno seguito nella spiegazione con grande attenzione e partecipazione.

Come al solito, me l’ero immaginata molto più complessa e piena di insidie di come in realtà è stata.
Una fugace impressione iniziale di caldo esagerato e rossore stile peperone (anche se temo non fosse solo un’impressione) l’ho avuta… un momento di “ommiodio qui non mi ricordo assolutamente che devo dire!!!” l’ho avuto, come previsto, ma il tutto è durato un attimo. Poi il livello di agitazione si è assestato su un grado tollerabile e mano a mano che procedevo avanti nel corso, la tensione si è sciolta.
Ora poi che la mente ha riposato e l’agitazione è definitivamente allontanata, vedo tutto con più calma e sono felice. Felice per averci provato e di aver dato finalmente ascolto a quella vocina che da tanto tempo mi diceva “dai provaci”. E’ davvero una bella sensazione, credetemi.

E questa, immagino sia l’ennesima conferma che davvero dipende tutto da noi. Abbiamo tante qualità e tante possibilità dentro di noi e riusciamo troppo spesso a tarparci le ali da soli, pensando di non essere adatti o di non essere capaci o abbastanza bravi; troppo severi con noi stessi che pretendiamo di essere perfetti o niente.

Il mio buon proposito quindi, dopo questa esperienza, è di essere più gentile con me stessa, continuare a concedermi di sbagliare e darmi il tempo per imparare. E provarci. Per quelle cose che mi interessano davvero, io mi butto. Vediamo poi come va 😉

Luisa (Fran, Lalla e Irene)

3 risposte a "Di figure di merda non si muore"

  1. Ti capisco benissimo! io da 3 anni tengo corsi di cucito, e tutto è iniziato con una telefonata dell’associazione che cercava una nuova insegnante perchè la precedente aveva dato buca… Così mi son detta: “ma proviamo!”. Son passati 3 anni e devo dire che ogni volta imparo anche io dalle mie allieve ed è la cosa che più mi rende felice! Perciò ora aspetto il tuo prossimo corso per potermi iscrivere!!!

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